Comunicato Stampa del Coordinamento GCR Valdera del 4 aprile 2011, in risposta alle dichiarazioni del Presidente di Belvedere S.p.a Renzo Macelloni apparse sulla stampa sabato 2 aprile
Non fosse stato pubblicato il 2 aprile ma il giorno prima, l’intervento di Renzo Macelloni, presidente della Belvedere S.p.a. di Peccioli, si sarebbe potuto considerare tranquillamente come un pesce d’aprile. E’ ormai scelta consolidata da tutte le amministrazioni, compresa la Provincia di Pisa, che i rifiuti solidi urbani generati nell’ambito di ciascun ATO (Ambito Territoriale Ottimale) debbano essere trattati e smaltiti, responsabilmente, dall’ATO stesso. Questa scelta è stata ribadita anche in occasione del rinnovo della convenzione con l’ATO Centro in cui si affermava che i rifiuti di Prato e Firenze dal 2015 non sarebbero più stati accettati nel territorio pisano e, nello specifico, nella discarica di Peccioli. Sembra quindi uno scherzo la disponibilità della Belvedere di candidarsi “a essere uno dei pochi impianti che dovranno rimanere in Toscana”.
Questo significa candidare Peccioli e tutta la Valdera a diventare la pattumiera regionale, con una concentrazione di rifiuti che arriverà a quantità incredibili con, ad oggi, una richiesta di ampliamento della discarica per 4.490.000 mc, ossia l’equivalente di un cubo alto tre volte la Torre di Pisa con, per base, quattro campi di calcio, ovviamente non calcolando i metri cubi di discarica già esistenti al netto del calo naturale della volumetria!
Macelloni afferma poi che “la discarica ha ragione di esistere anche in presenza di sistemi impiantistici più evoluti e di una raccolta differenziata più strutturata e consistente”: ci si chiede allora come mai proprio a Peccioli la raccolta differenziata nel 2009 (ultimo dato ad oggi certificato dall’ARRR) è stata solo del 23,91%: questo fa capire come una discarica sia di per sé un disincentivo a realizzare impianti a freddo e un’efficace raccolta differenziata. Discarica che, tra l’altro, è all’ultimo punto nell’ordine indicato dalla legge (Dlgs 205/2010) che impone prima di tutto di ridurre i rifiuti, poi di riutilizzarli, quindi di riciclarli, eventualmente poi recuperare energia e, solo dopo aver fatto tutti i punti precedenti, conferirli in discarica: è assurdo cominciare dall’ultimo punto senza aver fatto nulla per affrontare i primi punti imposti dalla legge. Tra l’altro se non viene effettuata una seria campagna di riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti la discarica è destinata ad esaurirsi in poco tempo, portando a pensare immediatamente a nuovi ampliamenti della stessa o a crearne di nuove; non riciclando e gettando in discarica addirittura il rifiuto tal quale, si generano moltissimi problemi di gestione della discarica stessa a causa del percolato e dei conseguenti rischi di inquinamento dato da materiali instabili e anche pericolosi, non recuperando oltretutto materia prima-seconda. Il concetto di discarica residuale può avere un senso se di dimensioni minime e intesa come “ultima spiaggia” dopo aver ridotto la quantità di rifiuti, riutilizzandoli ed avendoli trattati a freddo con tecnologie specifiche per ogni tipologia di rifiuto. Pare assurdo sotterrare tutti i rifiuti non trattati dalla regione Toscana in un unico buco in quanto più una discarica è vasta, maggiori sono i problemi di carattere paesaggistico, di cattivi odori, ambientale e, quindi, sanitario. Ricordiamo che i rifiuti in discarica causano emissioni ad alto contenuto di metano e CO2 in quanto ad oggi è tecnicamente recuperabile al massimo il 40% del metano prodotto; inoltre i residui di molti rifiuti, soprattutto di RSU organici, restano attivi per oltre 30 anni e, attraverso i naturali processi di decomposizione anaerobica, producono numerosi liquami (percolato) altamente contaminanti per il terreno e le falde acquifere come ben sanno a Peccioli con il problema dell’inquinamento del Rio Melogio. Non si può nemmeno affermare che le geomembrane utilizzate per isolare il terreno dai rifiuti siano sufficienti perché hanno una durata limitata nel tempo oltre che punti di debolezza sulla saldatura fra fogli e nei pressi dei pozzi di captazione, con rischi che aumentano all’aumentare della quantità e quindi del peso dei rifiuti sovrastanti.
Macelloni, è evidente, persegue gli interessi economici della S.p.a. che presiede anche se i rifiuti possono essere trattati a freddo con soluzioni alternative a discariche ed inceneritori impiegando maggiori posti di lavoro, soluzioni molteplici tutte alla portata di un’azienda come la Belvedere. Stupisce però che la Provincia e in particolare il Comune di Peccioli, che detiene il 53% delle azioni di Belvedere, non consideri l’assurdità di un gigantesco progetto di ampliamento che non rispetta le indicazioni di legge, che farà aumentare esponenzialmente il numero dei camion che verranno a scaricare da tutta la regione, che disincentiva la raccolta differenziata di comuni e provincia e che non prevede il pretrattamento dei rifiuti prima di essere sotterrati in discarica, buttandoli tal-quali ed esponendo il proprio territorio ed i cittadini a possibili danni ambientali e sanitari. Dovrebbe essere compito di un’istituzione come il Comune pensarci, e per questo il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Valdera propone al Sindaco Silvano Crecchi l'istituzione di un Tavolo Tecnico per confrontarsi in maniera trasparente con i cittadini sulle opportunità alternative ad una discarica di queste dimensioni, già funzionanti, rispettose dell'ambiente, economicamente interessanti e portatrici di più posti di lavoro.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Valdera
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