I fatti sono i seguenti: a dicembre 2011 l'intero consiglio Provinciale votò contro il rilascio dell'autorizzazione alla Waste Recycling per l'installazione a Castelfranco del primo ed unico pirogassificatore realizzato dalla ditta NSE di Empoli. Al contempo, contrariamente a tale forte indicazione, l'Ufficio Ambiente della stessa Provincia decise di muoversi nella direzione opposta rispetto a quanto deliberato: la rottura con il dirigente di tale Ufficio sarebbe sembrata l'ovvia conclusione della vicenda, ma non a Pisa, dove a gennaio il suo contratto, in scadenza, veniva rinnovato.
Ma quali sono le reali intenzioni della Provincia di Pisa? Già a dicembre il Presidente Pieroni dichiarò che avrebbe fatto ricorso al TAR contro l'autorizzazione rilasciata dal suo stesso Ufficio Ambiente, ma a tale annuncio non seguirono fatti concreti.
Nel fine settimana pasquale la vicenda si è ulteriormente ingarbugliata: venerdì 6 aprile il dirigente dell'Ufficio Ambiente ha emanato una determina con la quale impegna 6.000 € di soldi pubblici per ricorrere in Consiglio di Stato contro la decisione del TAR della Toscana di sospendere i lavori al pirogassificatore, mentre già il giorno dopo l'assessore per lo sviluppo delle attività economiche della Provincia di Pisa, appoggiato dal Presidente Pieroni, giudicava come inutile e un vero spreco di denaro il ricorso al Consiglio di Stato. Con successiva determina del Direttore Generale, di fatto viene così annullata quella del suo dirigente all’Ufficio Ambiente emanata il 6 aprile. Alla presa di posizione dei politici pisani sono poi seguite ulteriori dure affermazioni del governatore della Regione.
In questa grottesca vicenda un ruolo di primaria importanza è stato tenuto dalla Regione Toscana che, tramite il proprio governatore Rossi, non perde occasione di difendere a spada tratta le politiche inceneritoriste di una società fondata nel 2008 e finanziata tra gli altri proprio da Fidi Toscana (tramite SICI), finanziaria della stessa Regione, tanto da decidere di ricorrere al Consiglio di Stato (con soldi pubblici) in difesa dell’azienda privata stessa.
Vale la pena ricordare che i cittadini si sono espressi in modo chiaro, democratico ed all'unanimità contro l'installazione del pirogassificatore a Castelfranco tramite un processo partecipativo basato su una legge regionale e richiesto esplicitamente dall'Ufficio Ambiente della Provincia di Pisa, pagato con oltre 100.000 € di soldi pubblici.
Molti lavoratori e molte aziende private a questo punto gradirebbero avere lo stesso accanito sostegno da parte della Regione in un momento come l’attuale, caratterizzato da una forte crisi economica. Una maggiore oculatezza nell'uso del denaro pubblico sarebbe auspicabile, magari lasciando che a fare ricorso al Consiglio di Stato, organo di giurisdizione amministrativa preposto alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei privati nei confronti della Pubblica Amministrazione, sia l’azienda privata interessata e non l’istituzione che dovrebbe fare da arbitro.
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